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lunedì 23 maggio 2011

Owl - Owl - English

#FOR FANS OF Brutal death
Kolf Christian must be a forge of ideas and above all must have plenty of free time to afford to have so many bands: Island, Valborg, Woburn House, Orbo, Slon, Centaurus-A, Kosmos Wald and now this latest creation, the Owl. Once again, helped by the loyal Patrick Schroeder, drummer on duty in several of its businesses, Christian creates this time a work that plunges into the darkest, more claustrophobic, intransigent and toughest death metal to hear, maybe also because of the endless duration of some songs. It begins with the "Conquering the Kingdom of Rain" and its 13 minutes of extreme sounds played on gloomy mid-tempo, distressing and at the end crawling like an extremely dangerous boa constrictor who is about to threaten and then grab its prey. In all this obsessive pace of guitars actually never that boring, are perhaps the dissonant sounds of the guitars which contribute to the darkening of the already gloomy by itself atmosphere, not to mention the growling vocals, which are making the proposal even more depressing. None of these hearings is easy to listen here, make up an excuse for yourselves soon; otherwise you too will end up being crushed in the deadly grip of the boa. From the “owl" this release probably only has those nocturnal sounds that are found in the finale of the opening track that gives room to a gloomy, brutal and pounding sound of the "Lost in the Melting Mountain Vaults Underneath of the Saints", a sort of psychotic version of Nile, merged with the delirious musical shrewdness of the visionaries Deathspell Omega, while the cavernous vocals of Mr. Kolf continue to haunt our worst nightmares. The suggestion of the Owl is proving increasingly deadly as it advances through listening and my poor ears are also strained by the long third track that continues to make palpable the feeling of death that comes out of in this fetid platter. At the fourth "Spell of the Ignis Fatuus That Lead to the impalpable Altar of Beasts", characterized by hyper fast blast beats, I almost thought that I got away with it because only a piece separates me from the end of this boring cd, but soon I realized that the conclusive "Threnodical Ritual at the Spectral Shores of the Eternal Sunset" lasts 30 minutes. Terrified by this discovery, I take a deep breath and I dive into the icy putrid waters that open the piece; I come across another sad discovery that in fact this half hour is made up only of ambient sounds, almost like one of those bookshop cd’s of the type “sea sounds”; troubling realization that destabilizes even more the hearing of this controversial work. Unfortunately I would not recommend this album to a much wider audience, but only to those who like extreme death metal sounds, only to be disappointed by the epilogue ambient. I do not know, hard to judge an album so psychotic, but on the other hand, by such a controversial guy like Christian Kolf, what could we expect? (Francesco Scarci – Translation by Sofia Lazani)

(Zeitgeister)
Rate: 65

sabato 9 aprile 2011

Owl - Owl

#PER CHI AMA: Brutal Death
Christian Kolf deve essere una fucina di idee e soprattutto deve avere parecchio tempo a disposizione per potersi permettere di avere cosi tante band: Island, Valborg, Woburn House, Orbo, Slon, Centaurus-A, Kosmos Wald e ora questa ultima creatura, gli Owl. Ancora una volta aiutato dal fido Patrick Schroeder, batterista di turno in diverse delle sue imprese, il buon Christian partorisce questa volta un disco che si getta nel death metal più oscuro, claustrofobico, intransigente e ostico da ascoltare, forse anche a causa delle interminabili durate di alcuni brani. Si parte già con “Conquering the Kingdom of Rain” e i suoi 13 minuti di sonorità estreme giocate su mid-tempo tetri, angoscianti e alla fine striscianti come un pericolosissimo boa costrictor che sta per minacciare e quindi afferrare la sua preda. In tutto questo ossessivo incedere di chitarre in realtà mai troppo pesanti, sono forse i dissonanti suoni delle chitarre a contribuire all’incupimento delle atmosfere già di per sé oscure, per non parlare poi delle vocals gutturali, che rendono la proposta ancora più opprimente. Nulla è di facile ascolto qui, fatevene ben presto una ragione, altrimenti anche voi finirete per rimanere stritolati nella morsa letale del boa. Del ”gufo” questa release ha probabilmente solo quei suoni notturni che si ritrovano nel finale della opening track che lascia posto al suono cupo, brutale e martellante di “Lost in Vaults Underneath the Melting Mountain of the Saints”, una sorta di psicotica versione dei Nile, uniti alla delirante sagacia musicale dei visionari Deathspell Omega, mentre i cavernosi vocalizzi di Kolf continuano tormentare i nostri peggiori incubi. La proposta degli Owl si dimostra sempre più mortifera man mano che si avanza con l’ascolto e le mie povere orecchie sono messe a dura prova anche dalla terza lunga traccia che continua a rendere palpabile la sensazione di morte che si respira in questo fetido platter. Alla quarta “Spell of the Ignis Fatuus That Lead to the Impalpable Altar of Beasts”, caratterizzata dai iper veloci blast beat, penso quasi di averla fatta franca perché solo un brano mi separa dalla conclusione di questo pesante cd, ma ben presto realizzo che la conclusiva “Threnodical Ritual at the Spectral Shores of the Eternal Sunset” dura 30 minuti. Terrorizzato dinanzi questa scoperta, faccio un bel respiro e mi immergo nelle gelide acque putride che aprono il pezzo: triste scoprire invece, che in realtà questa mezz’ora sia costituita solo da sonorità ambient, quasi fosse uno di quei cd da libreria del tipo “il suono del mare”; sconcertante scoperta che destabilizza ancor di più l’ascolto di questo controverso lavoro. Purtroppo non mi sento di consigliare l’ascolto di questo omonimo album ad un pubblico assai vasto, ma solo a chi ama sonorità death metal estremo, salvo poi rimanere deluso per l’epilogo ambient. Non so, difficile giudicare un album cosi psicotico, ma d’altro canto, da un tipo controverso come Christian Kolf, che potevamo aspettarci? (Francesco Scarci)

(Zeitgeister)
Voto: 65

mercoledì 9 febbraio 2011

Klabautamann - Merkur


Devo essere sincero, per iniziare ad apprezzare questo disco mi ci sono voluti veramente tantissimi ascolti perché “Merkur”non è di sicuro uno di quei lavori che ti si stampano immediatamente nella testa o sei è in grado di apprezzare fin dal primo momento. Certo è che, quando il sound dei tedeschi Klabautamann, inizia ad insinuarsi nelle nostre menti, tutto diventa alla fine estremamente interessante e coinvolgente. Partendo da una remota base black metal, l’act teutonico costruisce il proprio sound, basandosi sui sacri insegnamenti degli ultimi Enslaved (quelli di “Vertebrae” o “Isa” tanto per capirci, fino ad affondare le proprie radici nel psichedelico “Monumensium”) o dei deliranti Fleurety, senza dimenticare che l’alone progressive che aleggia intorno a questa release, si ispira ai gods svedesi Opeth, ma riletti in chiave black piuttosto che death. Tutto questo, non per dire che i nostri crucconi siano dei bravi copioni, ma solo per farvi capire che quello che ne viene fuori è un qualcosa di alta classe e di comunque stranamente originale. Non tralasciamo poi le tipiche sfuriate black come in “Herbsthauch” o “When I Long for Life”, dove il duo di Meckenheim mostra veramente di saper far male con il tipico tagliente rifferama nord europeo. Ciò che poi ci stupisce in mezzo a queste tiratissime ritmiche e spiazza completamente, sono quei sorprendenti momenti di atmosfera solenne, dove divagazioni jazz, acustiche o avantgarde, riescono a sorprenderci alla grande per la loro classe cristallina, genuina e geniale. Quello su cui lavorerei maggiormente in mezzo a tutto questo ben di dio, è forse la voce, che renderei decisamente meno lacerante nel suo screaming ferino, cedendo il passo a un tono più oscuro o pulito. Che altro dire su questa new sensation tedesca? Se siete alla ricerca di musica cerebrale, seducente e assolutamente non scontata, “Merkur” farà di certo al caso vostro. Affascinanti! (Francesco Scarci)

(Zeitgeister)
Voto: 80