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venerdì 25 agosto 2023

Toehider - Quit Forever​?

#PER CHI AMA: Prog Rock
La Bird’s Robe Records è scatenata: una serie di uscite stanno infatti contraddistinguendo sin qui questa stravagante estate 2023. Tornano sulle scene i Toehider, la creatura di Michael Mills, dopo averli recensiti lo scorso anno con ‘I Have Little To No Memory of These Memories’. Digerito appieno quell’ambizioso lavoro, mi appresto ad affrontare il nuov EP del polistrumentista australiano intitolato ‘Quit Foreverer’, che dovrebbe far parte di una serie di ben 12 EP, un esperimento già compiuto a cavallo del 2009/2010. Il mastermind di Melbourne ci spara subito in faccia “Uncle Aqua”, che si toglie di dosso tutte le scorie orchestrali dello scorso anno e ci investe invece con un bel thrash/speed metal anni ’80, dotato di sonorità di “king diamondiana” memoria, un bel riffing (incluso un tagliente assolo) che ben si combina con i vocalizzi dell’artista. Dopo la prima mazzata in faccia, arriva “Every Day I Wake Up in the Morning and I FAIL! FAIL! FAIL” che sembra trasportarci nei paraggi di un garage pop rock, che viene brutalmente (e fortunatamente) spezzato da folli intermezzi di musica estrema che mi tengono incollato nell’ascolto della psicotica proposta dei Toehider. Se non sapessi con chi ho a che fare, credo che avrei skippato il brano dopo i primi sei secondi, e invece l’imprevedibilità è una delle specialità di casa Mills, non stupisca quindi di passare in una frazione di secondo, da musica pop a sonorità apocalittiche nere come la pece. Esaurito l’effetto sorpresa, ci muoviamo verso “Nobody Even Really Liked it in There But Me”, dove la sensazione è di essere catapultati indietro nel tempo di oltre 50 anni, alle origini del prog rock, per un brano che non ha nulla da spartire con quanto ascoltato sin qui. La canzone conclusiva, la title track chiude in modo malinconico il primo EP della serie, sulle note malinconiche di un pianoforte e sull’ispirata voce del frontman che lascia intendere che nei prossimi mesi ne sentiremo davvero delle belle. (Francesco Scarci)

mercoledì 1 febbraio 2023

Toehider - I Have Little To No Memory of These Memories

#PER CHI AMA: Prog/Opera Rock
È decisamente singolare la scelta dei Toehider di rilasciare un album con un'unica song della durata di 47 minuti e 47 secondi che nel minuto e mezzo iniziale sembra essere una sintesi dei Queen di "Bohemian Rhapsody", tra cori e suoni che evocano la famosissima hit della band britannica. Terminata la messinscena, parte il lavoro che non ti aspetti, ma a dire il vero, noi la one-man band australiana la conosciamo fin dal 2012, quando recensimmo 'To Hide Her' e già sottolineavamo le eccelse qualità del geniale progetto di Michael Mills. Qui non possiamo far altro che confermare tutti gli aspetti positivi di quella che è a tutti gli effeti un moderna opera rock, che percorre 50 anni di musica prog rock e metal, narrando la storia di un uomo, una donna, un enorme pennuto, uno stupido alieno e due barche modificate per un confronto spaziale. Tutto chiaro no? Ecco, se queste sono le basi liriche di questo album, potrete immaginare anche quanto possa essere imprevedibile il contenuto musicale, tant'è che l'artista australiano ha previsto addirittura due finali alternativi dell'opera, uno su cd e l'altro nel vinile. Un fottuto genio. Un genio che sarà in grado di coinvolgerci in un viaggio sonico che farà sicuramente la gioia di tutti quelli che amano sonorità alla Devin Townsend o che adorano gli Ayreon, senza dimenticare poi le assonanze vocali con certe cose dei Queen e ancora, echi retrò alla Yes, colonne sonore, rimandi a Ronnie James Dio (minuto 18, ditemi che ne pensate), ruffianate di ogni tipo, passaggi folk, garage rock, tuffi in un passato davvero lontano, omaggi vari agli anni '80, riffoni djent sorretti da orchestrazioni sinfoniche, techno death (con tanto di voce growl) e ancora, una serie infinita di mash-up che inglobano appunto 50 anni di musica di ogni tipo e che mi spingono semplicemente ad invitarvi a mettervi comodi, indossare le cuffie e lanciarvi in questo viaggio nel tempo e individuare poi il finale che più vi aggrada. (Francesco Scarci)

martedì 24 luglio 2012

Toehider - To Hide Her

#PER CHI AMA: Progressive Rock, Experimental
Oh my God. Ripeto, Oh my God. Dico io, non può arrivarmi un cd così tra capo e collo, dalla copertina disegnata in stile psichedelico anni 70 e nascondere un capolavoro del genere. Ho per le mani l'album dell'anno ed è tutta colpa di questo genio, tal Michael Mills, australiano con le idee chiarissime e dal progetto ambizioso: diventare una rock star, di quelle vere, vecchio stampo. Tutto ebbe inizio nel 2008 quando uscì il primo EP e subito dopo inizio il Progetto, quello con la P maiuscola. Scrivere 12 album in 12 mesi (12 in 12). Direte voi, neanche i Queen ai tempi d'oro potevano farcela. Invece no, TOEHIDER scrive 67 (!!!) tracce in 12 mesi, a cavallo del 2009 e 2010. Dopo una meritata pausa, nel 2011 esce questo full length "To Hide Her" che conferma la sopravvivenza di Michael Mills dopo la pazzia del "12 in 12". Devo dire che ho prima ascoltato questo cd e poi sono andato a vedere la storia del gruppo (inizialmente del solista), altrimenti rischiavo di risentire della responsabilità di commentare questo capolavoro.La base di tutto è comunque la semplicità, infatti tutto parte da una base di prog con diverse influenze per singola traccia. Apriamo con "Oh my God, He's an Idiot", struggente pezzo guidato da chitarra arpeggiata e una voce incredibile, metà Bruce Dickinson e metà Justin Hawkins che entra dopo trenta secondi di silenzio assoluto e nasconde un testo volutamente banale ed ironico. Tutto questo viene spazzato via da "The Most Popular Girl in School" con una breve intro di chitarra pop-rock e da uno sviluppo in stile Queen (i cori sono inconfondibili) e addirittura un assolo di xilofono, improponibile per qualsiasi musicista, ma estremamente naturale per i TOEHIDER. Un tuffo di vent'anni in in cinque minuti netti. La mia preferita è "Daddy Issue", una canzone che potrei definire emotional-prog rock per lo sviluppo strumentale, Concludiamo con il pezzo che conferisce il nome all'album e che tira fuori le palle del gruppo, infatti ci sono dei riff heavy metal ignoranti (licenza poetica) mescolati a loop elettronici e basso che fraseggia in funky. Ecco un pò di cattiveria, ma con stile. Gli altri pezzi andateveli ad ascoltare, non perdete altro tempo a leggere e cliccate "Buy" da qualche parte su internet. PS: Bisogna dire che la macchina TOEHIDER è grossa, ottimi sponsor alle spalle e una gestione mediatica degna di gruppi più blasonati. Speriamo che la fama non li bruci, almeno prima di averli ascoltati per diversi album e visti dal vivo. (Michele Montanari)

(Bird’s Robe Records)
Voto: 90