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venerdì 24 agosto 2018

Voices of Masada - Four Corners

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: British Goth Rock, Fields of the Nephilim
Quella dei Voices of Masada fu la classica sorpresa che non ti aspetti, ossia l'incontro con sonorità che credevi sepolte sotto una spessa coltre fatta di uscite discografiche mediocri, concepite con il solo intento di soddisfare un mercato che stava rifiorendo o intese unicamente ad emulare le gesta di qualche vecchia gloria gothic-rock. Per quanto le release Strobelight non raggiungessero sempre livelli qualitativi eccelsi, la condotta dell'etichetta austriaca parve discostarsi da tali politiche e, in particolare, i Voices of Masada sembravano intenzionati a creare belle canzoni, piuttosto che tentare di assomigliare ai Sisters o ai Fields of the Nephilim. I Voices of Masada rappresentavano senza dubbio una tra le punte di diamante della scuderia Strobelight ed è sufficiente un rapido ascolto di 'Four Corners' per riconoscere le qualità uniche del quartetto inglese (anzi, italo-inglese, vista la presenza al basso dell'ex-Burning Gates, Danny Tartaglia), che dopo aver rilasciato un altro album nel 2006, se ne sono perse le tracce. Melodie dalle tinte crepuscolari, gusto sopraffino negli arrangiamenti e cospicue dosi di energia sono le armi seduttive con le quali i quattro musicisti vogliono conquistarci e se il loro intento è quello di scuotere l'ascoltatore, brani graffianti come "Days of November" e "Flight" raggiungono l'obiettivo in pieno, inebriandoci con sonorità dalle sfumature ora grigie, ora più limpide e scintillanti. La preparazione tecnica dei Voices of Masada è un altro elemento da non sottovalutare, se vogliamo comprendere il valore di quello che fu il loro debutto, perciò, vale la pena di soffermarsi sull'enorme lavoro di chitarre di Eddie Martin e Rob Leydon, assaporandone ogni fraseggio. Si ascoltino ad esempio i delicati arpeggi di "Fragments" o lo splendido assolo finale di "Shine". Buona anche la prova al microfono di Raymon Shah, anche se la sua voce calda e conturbante avrebbe le potenzialità per arrischiarsi su scale ben più tortuose. British Goth al meglio della sua espressione. (Roberto Alba)

(Strobelight Records - 2004)
Voto: 75

https://voicesofmasada.bandcamp.com/album/four-corners

martedì 30 agosto 2016

The Last Days of Jesus - Dead Machines’ Revolution

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Punk/Dark/Rock, Misfits, Devo
E questi da dove diavolo sbucano fuori? Partendo da un monicker non certo esaltante, questi The Last Days of Jesus mostrano cattivo gusto anche per ciò che riguarda la cover del cd, quanto mai orribile. E la musica? Beh, ho dovuto ascoltare e riascoltare un sacco di volte questo disco (addirittura il quinto e per fortuna l'ultimo della loro discografia, ma uno nuovo è in lavorazione), per capire se potevo salvare qualcosa e per comprendere anche in quale filone inserire questi pazzi slovacchi. Dopo svariati ascolti, faccio ancora fatica ad intendere e digerire il sound di questo quartetto, che dice di suonare un deathrock, ma di death e rock qui ce n’è gran poco. Mi sembra, più che altro, che ci sia una forte componente elettro-gothic di stampo teutonico, sulla quale i quattro psicopatici, inseriscono diversi elementi presi dal punk (Misfits), dalla musica dark (primi The Cure) e gotica, arrivando a creare un qualcosa da loro definito come neo-batcave-postpunk-goth-agrhlszjf (e non mi chiedete cosa vuol dire quest’ultima definizione). A me sinceramente pare che la release della band di Bratislava sia una presa per il culo per gli ascoltatori pertanto non mi sento assolutamente di consigliare questo bizzarro lavoro, che ha il solo pregio di essere altamente ironico e di saper creare delle atmosfere dannatamente noir. La band probabilmente da cui traggono ispirazione è quella degli americani Devo, che negli anni ’80 univano il punk rock al synth-pop: qui troviamo infatti strane sperimentazioni che disorientano non poco, ma dire che la musica di 'Dead Machines’ Revolution' sia piacevole, mi sembra pura follia. Se pensate che la vostra mente sia abbastanza aperta, potreste fare un tentativo e dargli un ascolto, verrete catapultati in una granguignolesca dimensione parallela. (Francesco Scarci)

(Strobelight Records - 2007)
Voto: 55

http://www.thelastdaysofjesus.sk/

sabato 15 settembre 2012

Ordeal by Fire - Untold Passions

#PER CHI AMA: Gothic Rock
Qualcosa non ha funzionato per il verso giusto in “Untold Passions”, quello che era l'attesissimo full-length di debutto degli Ordeal By Fire. Non mi riferisco certo alle scelte stilistiche (di cui sono un fermo sostenitore) e nemmeno al valore dei nuovi pezzi, che si confermano all'altezza di quanto proposto nel mini-cd “Roots and the Dust”... ciò che non convince affatto di questo album è la qualità del suono. Un vero peccato, dal momento che in ogni brano di “Untold Passions” è riconoscibile una certa classe, la stessa che i quattro gothic rocker nostrani dimostrarono in occasione dell'uscita dell'EP. Brani energici e ottimamente eseguiti come “Prisoner” o “Life's Uncertainty” meritavano, a mio avviso, una maggior cura in sede di produzione, soprattutto per quanto concerne la sezione ritmica, per nulla valorizzata e soffocata da un suono cupo e distante. Ascoltare “Re-creation” nella nuova versione lascia davvero increduli e, di primo acchito, fa supporre addirittura ad un'involuzione del gruppo. Prestando un ascolto più attento, si comprende che non è così: gli Ordeal By Fire confermano le loro doti di abili musicisti e la capacità di scrivere canzoni dirette e passionali, unendo alla carica esplosiva che li ha sempre contraddistinti un gusto del tutto inedito per ritmi più pacati e atmosfere soffuse. Persino l'influenza dei Fields sembra aver ceduto il passo ad un'interpretazione più audace e personale del gothic-rock, eppure la mediocre produzione rimane un aspetto su cui risulta difficile sorvolare, perché l'intero album ne risente in maniera troppo pesante, impedendo al valore intrinseco dei brani di emergere. (Roberto Alba)

(Strobelight Records)
Voto: 60

http://www.lastfm.it/music/Ordeal+by+Fire

sabato 4 febbraio 2012

Götterdämmerung - Kin-Burst 9104

#PER CHI AMA: Gothic Rock, Post Punk
Per chi si intende di gothic-rock e nell'ultimo decennio ha potuto seguire le proposte più interessanti che la scena europea ha offerto, il nome di questi tre olandesi non risulterà affatto sconosciuto. Sorti agli inizi degli anni '90 dal movimento gothic ispirato alle sonorità di Sisters of Mercy, Siouxsie e Big Black, i Götterdämmerung hanno prodotto diverso materiale che, nell'arco di dieci anni, ha visto la luce tramite svariate etichette discografiche. Per la precisione, fino a questo lavoro, il gruppo aveva pubblicato due ep, un vinile picture limitato e due full-length album: per alcuni pezzi in particolare, merce rara che oggi si trova nelle mani dei soli collezionisti o dei fan di vecchia data. In aiuto degli appassionati dell'ultima ora giunge invece la label austriaca Strobelight con la pubblicazione di questa bellissima antologia. In più di settanta minuti di musica "Kin-Burst 9104" ripercorre l'intera carriera dei Götterdämmerung, a partire dai loro primi passi negli anni '93-'94 (quando firmarono per la Dion Fortune Records e diedero alle stampe il loro album di debutto "A Body and Birthmark"), fino ad arrivare alle pubblicazioni più recenti, ovvero il secondo album del 2001 "Morphia" e il picture "The Nation had been Flirting with Forms of Götterdämmerung...". Un excursus temporale che prende inizio dalle radici post-punk del gruppo, passando attraverso le sperimentazioni electro/noise di metà carriera, per poi recuperare nuovamente il classico gothic-rock sound degli esordi: seguendo questo itinerario la raccolta esplora in maniera minuziosa le tappe fondamentali della band olandese e ci offre una collezione di brani carichi di un'energia davvero trascinante. Alla selezione estratta dalle uscite ufficiali si aggiungono poi le quattro canzoni inedite "Skincree", "Bodybag 04", "Rogues in a Nation" e "Fortress" (quest'ultima suonata dal vivo nel 1991). Il tutto completamente rimasterizzato, al fine di rendere più omogeneo l'insieme ed esaltare la genuina potenza degli strumenti. In definitiva, non si tratta certo di un'uscita destinata ai soli nostalgici! "Kin-Burst 9104" è piuttosto un'occasione da non farsi sfuggire, per riscoprire un piccolo frammento di storia della musica gothic e sorprendersi ancora una volta della sua immutata bellezza. (Roberto Alba)

(Strobelight Records)
Voto: 80