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giovedì 3 settembre 2015

Round 7 - No Excuse

#PER CHI AMA: Hardcore Old School
I vicentini dell'East coast sono tornati con un nuovo album e questa volta prodotto dall'Indelirium Records, label italiana che da più di dieci anni si occupa di rock, punk e affini. Avevamo lasciato il quartetto con il loro EP e il precedente album, aspettando di vedere cosa mai potesse accadere e tra i vari live effettuati in giro per l'Italia, i ragazzotti hanno trovato il tempo per scrivere nuovi pezzi. 'No Excuse' riprende il buon vecchio hardcore in stile NY, con dodici tracce brevi e cariche come la tradizione vuole. Quindi nessuna evoluzione o voli pindarici verso suoni di più recente fattura (leggasi post-harcore, metalcore e quant'altro), ma tanta tradizione suonata con perizia e cognizione di causa. Adrenalina a fiumi quindi, che esplode in brevissimo tempo e vi farà riprendere in mano il jewel case (ottima la grafica) per controllare che si tratti veramente di un album italiano. Il cd apre con l'omonima traccia e subito i riff di chitarra vi investiranno come un treno in procinto di deragliare. La batteria e il basso creano un tappeto ritmico che in due minuti e mezzo circa annienteranno il vostra aplomb da brava persona e vi trascineranno in un headbanging liberatorio. Arrangiamenti ben fatti, nulla è lasciato al caso e nonostante la breve durata del brano, la band non si limita a usare un unico riff e togliersi il pensiero. I cori sono una perla perché rimarcano i cambi e aggiungono maggiore potenza al brano, come ce ne fosse bisogno. Bel brano che punta sull'impatto sonoro e meno sulla velocità d'esecuzione. I Round 7 vogliono mostrarci che ci sanno fare anche quando i bpm aumentano e allora passiamo a "Built on Lies", una sorta di lama impazzita che fa giustizia e ci libera dagli individui falsi che popolano il mondo. La batteria galoppa velocissima e il tocco sulle pelli e sui piatti è sempre preciso come un bisturi mentre il basso tesse le sue linee e fa capolino nell'epico break a metà brano. Le sei corde sono lodevoli, con i riff e gli arrangiamenti annessi a suonare una goduria per le orecchie, senza mai scadere nel banale e mantenendo sempre alto il livello di adrenalina. Grazie ai cori, il brano si arricchisce e guadagna in compattezza, ben fatto. "We Are" è inizialmente il brano meno hardcore del cd: ritmica e fraseggio distesi e duri, quasi ossessivi e ipnotici, ma al segnale concordato, si scateni l'inferno. La velocità raddoppia, gli strumenti s'infiammano e via come non ci fosse un domani. La voce porta con sé tutta la rabbia e la potenza dell'hardcore old school, grazie al timbro maturo; inoltre sa quando e come intervenire nel brano. Il pezzo migliore a mio avviso, meglio strutturato e dove la band è riuscita a concentrare tutto il proprio repertorio tecnico e artistico in poco più di tre minuti. I Round 7 confermano di essere un gruppo con le idee chiare, con il giusto bagaglio tecnico e pronti a far parlare di sé, soprattutto ora che sono sostenuti da un'etichetta solida e produttiva come la Indelirium Records. Aspettiamo con ansia i prossimi lavori, nel frattempo vi consiglio caldamente di andare a sentirli dal vivo, non ve ne pentirete. Dimenticavo: l' ultima traccia "Friends" è un omaggio a tutti gli amici che supportano la band e condividono il loro stile di vita basato sulla musica. Settantotto secondi dove ogni verso è cantato da persone diverse, elementi della band e non, compreso qualcuno che si è trovato casualmente in studio quel giorno! (Michele Montanari)

(Indelirium Records - 2015)
Voto: 80

lunedì 20 gennaio 2014

Round7 - United Kids

#PER CHI AMA: Hardcore Newyorkese
I Round7 tornano un mini EP a due tracce, praticamente 1 euro ciascuna per far fronte alla crisi globale e della musica. Autoprodotto e registrato in sale prove, 'United Kids' arriva probabilmente per non far passare troppo tempo dal precedente 'Dedicated to Nyhc' e il prossimo full lenght. I cinque minuti abbondanti di contenuti sono ovviamente pochi per una recensione a 360 gradi, ma permettono di apprezzare la band e il loro lavoro che non si è fatto fermato, anzi. Viene confermato il sound in puro vecchio stile hardcore newyorkese con tutta la sua violenza e velocità che lo contraddistingue e la registrazione volutamente fai da te enfatizza lo stile di questo genere. Sanguigno, senza tanti fronzoli. Il brano che da il nome all'EP è una corsa forsennata fatta di riff di chitarra ultra carichi, batteria fulminea e basso che fa scintille per star dietro a così tanta energia. L'evoluzione a livello compositivo è evidente e dimostra che il progetto Round7 non è nato per perdere tempo in sala prove, ma per produrre qualcosa di concreto e mirato, nonostante un concept HC sia difficile da proporre, soprattutto in Italia. "2013" dura il tempo di un respiro, ma preannuncia una sperimentazione più ardita nel settore chitarre, che prende da generi come il metal e impreziosisce gli arrangiamenti, dando carattere e personalità al brano. Last but not least, la collaborazione del nuovo batterista porta linfa vitale e da quello che si può intuire, i Round7 non si vogliono fermare. Manco per sogno. (Michele Montanari)

(Self - 2013)
Voto: 70

https://www.facebook.com/Round7hc

lunedì 1 ottobre 2012

Round 7 - Dedicated to Nyhc

#PER CHI AMA: Hardcore, Sick of it All
Ormai la speranza stava svanendo, ma è successo di nuovo. Un gruppo che propone cover e/o tributo (in questo caso ai Sick of it All), comincia a scrivere pezzi propri e arriva ad incidere un intero cd. Questa è in breve la cronistoria dei Round 7, quartetto vicentino che propone un potente hardcore e ne arriva a fare anche una filosofia di vita. Ultimamente la scena HC sta rivivendo una seconda giovinezza nella nostra zona (Verona-Vicenza), sembra di essere a New York tra gli anni 80 e 90. Infatti si contano diversi gruppi (Sin Circus, Social Disaster, etc.) dal livello tecnico anche discreto, probabilmente perché sotto lavorano musicisti con diverse esperienze alle spalle, che popolano questa zona. Ma torniamo ai Round7. Da pochi giorni è uscito il loro primo LP "Dedicated to Nyhc", undici pezzi registrati al Gypsy Studio di Negrar presentati in un semplice jewel box, ma arricchito da una buona fotografia del libretto e una copertina in parte disegnata a mano. I testi scritti avrebbero aiutato a capire lo spessore delle tracce, magari sarà per il prossimo LP. I vari pezzi ripercorrono le sonorità dei Misfits, H2O e traggono molto in termini di ispirazione dai Sick of it All, anche se, ascoltando bene ci si accorge che, certi arrangiamenti, sono frutto di studio e tanta tecnica. Lo scream di Emanuele porta con se i benefici di una voce matura e quindi all'altezza delle aspettative, unite ai fantastici riff e agli assoli di chitarra che si staccano dalla semplicità richiesta spesso dal genere. La parte ritmica, creata da Andrea e Michele, è un treno lanciato all'impazzata senza controllo, con affondi e cambi di ritmo che aiuta i pezzi a non essere mai noiosi. Forse l'unica pecca di "Dedicated to Nyhc" è il classicismo, nel senso che un LP così, qualche anno fa, sarebbe stato molto apprezzato, ma come ho scritto in altre recensioni, non lo considero un difetto. Spesso la ricerca assoluta di sonorità eclettiche può essere catastrofica per tanti gruppi. Questo album getta le basi per una strada dritta verso obiettivi che alla band sembrano essere molto chiari. Dopotutto il treno è in corsa, chi non se la sente può sempre scendere. F..U (Michele Montanari)

(Self)
Voto: 70