Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Rain Without End Records. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Rain Without End Records. Mostra tutti i post

domenica 14 giugno 2020

Exgenesis - Solve Et Coagula

#PER CHI AMA: Death/Black/Doom, primi Katatonia, primi Opeth
Tornano gli Exgenesis con un album nuovo di zecca rilasciato dalla Rain Without End Records che, come evocato dal moniker della label (era il nome del primo album degli October Tide), farà la gioia di tutti gli amanti del death doom, compreso il sottoscritto. La band del trio internazionale formato da Jari Lindholm (Enshine), Alejandro Lotero (Antithesis) e Christian Netzell (Vholdghast), ha otto nuovi avvincenti pezzi da proporci in questo 'Solve et Coagula', che irrompono dall'oscurità delle viscere di "Hollowness" e tornano a richiudersi nella conclusiva "Stasis". Ammetto che attendevo con un certo interesse il come back discografico dei nostri, dopo le ottime cose ascoltate nell'EP d'esordio del 2015, 'Aphotic Veil', anno in cui si persero immediatamente le tracce del terzetto. Dopo vari rumors su un potenziale ritorno della band sulle scene, ecco i nostri debuttare finalmente sulla lunga distanza e il risultato non poteva che confermare i miei sentori di ormai un lustro passato. La già citata opener "Hollowness" ha l'arduo e immediato compito di conquistarsi la nostra fiducia, non la tradirà in effetti. Si perchè nel loro catacombale sound ci si sguazza davvero bene, complici le ottime e avvolgenti melodie e i suoi vocalizzi che, tra growl e scream, ci stanno alla grande in questa architettura musicale. Non solo death doom a tinte funerarie comunque, vista l'improvvisa accelerazione sul finale che ammicca non poco al black. Ma diciamo che la compagine si muove meglio nei territori più lenti e malinconici, come certificato dalla seconda straziante "Embers", un brano che richiama un che degli Shining ma anche dei Katatonia di 'Brave Murder Day', e non solo per il già menzionato dualismo vocale, ma anche per una serie di chitarre che dipingono pregevoli e decadenti linee melodiche. La proposta dei nostri a me intriga parecchio, pur sottolineando che non siamo di fronte a nulla di originale o mai sentito. Tuttavia, quanto propagato dalle disperate melodie degli Exgenesis non potrà non avvalorare la mia idea di trovarsi di fronte ad un combo che è cresciuto a base di pane, "Brave" e "Murder". Basterà ascoltare "Where the Hope Ends" per averne la prova provata. Ma se vi servono altri elementi per constatare di persone le influenze di Blackeim e compagni, potreste proseguire con un attento ascolto di "Truth" e lasciarvi avvinghiare dalle drammatiche melodie in essa contenute. Qui a livello ritmico ci sento anche un che dei primi Opeth, a testimoniare comunque l'ampio ventaglio di influenze che si celano, neppure troppo, nei solchi di questo 'Solve et Coagula'. "Solve" è un piacevolissimo breve pezzo strumentale che ci conduce alla successiva "Coagula", la traccia più lunga del lotto e dove ancora gli echi dei mostri sacri Opeth e Katatonia, si fondono in un pezzo costituito da ariose ritmiche e parti atmosferiche, con il growling di Alejando sempre in primo piano (qui anche in versione sussurrata), contrappuntato in chiusura anche da un interessante assolo che dà maggior enfasi al risultato finale (su cui punterei peraltro maggiormente in futuro). "Intracosmos" e "Stasis" sono gli ultimi due episodi di un lavoro che se ben supportato, avrà il merito di rallegrare, se cosi si può dire, chi è rimasto al palo o si è sentito tradito dopo le prime due prove dei Katatonia e la loro sterzata verso suoni più alternative. E io rimango uno di quei nostalgici che ancora rimpiange quelle strazianti melodie e che ha trovato negli Exgenesis un ottimo surrogato. (Francesco Scarci)

domenica 16 giugno 2013

Enshine - Origin

#PER CHI AMA: Death Atmosferico, Slumber, AtomA, Eternal Tears of Sorrow
Adoro questo sound, quello tipico finlandese di band quali Eternal Tears of Sorrow, Throes of Dawn o Black Sun Aeon; strano però che questa new sensation non venga da Helsinki o qualsiasi altra città della Finlandia, bensì da Stoccolma. L’ensemble della capitale svedese sfodera sin dalla sua opening track, “Stream of Light”, una prova attrattiva in termini di freschezza del sound, anche se sicuramente le origini di tale musicalità, vadano ricercate nel classicissimo “Brave Murder Days” dei pluricitatissimi Katatonia, ma anche nelle prove di Slumber o della loro reincarnazione AtomA. Non a caso cito gli Slumber, visto che proprio il chitarrista dei nostri è un ex membro di quella band. Pertanto attendetevi un bel po’ di sano feeling malinconico a farla da padrone, nelle melodicissime chitarre e nelle splendide aperture atmosferiche, in cui il five-piece mostra le migliori cose, con una riffing ritmato, su cui si installano splendidi assoli, come nel caso della mia traccia preferita, “Refraction”. Le tracce si mantengono tutte sui 4-5 minuti di durata, permettendoci di assaporare, assimilare e digerire alla grande la proposta del combo scandinavo, ed essere pronti a partire con la traccia successiva. Il combo svedese vede poi tra le proprie fila anche il vocalist dei francesi Fractal Gates, Sebastien Pierre, ma non lasciatevi ingannare perché la musica dei nostri prende le distanze dalla nuova “reincarnazione” degli Edge of Sanity. Siamo appunto lontani anni luce dai territori death di Dan Swano e compagni o da quelli della neo formazione francese: gli Enshine si concentrano su sonorità ben più accessibili in fatto di melodie, ambientazioni space rock, ariose aperture di synth, ottimi chorus e un cantato, prettamente growl, che trova la sua controparte pulita nella performance di Jari Lindholm. “Cinders” rimanda ai nostrani Novembre, mentre “Nightwave” inevitabilmente mi riconduce agli Slumber, che tanto avevo apprezzato nel loro esordio. Il (poco) death si miscela in modo fascinoso al sound delle realtà finniche, scritte poco sopra, ammantato di quell’enigmatico alone di tristezza, ritrovabile solo agli esordi dei Katatonia. Dopo “Astrarium” anche con “Immersed” finisco per immergermi in sonorità seducenti e strumentali, tipiche dello space rock settantiano, prima della robusta traccia doom death “Above Us” e della dinamica e brillante, ma ahimè strumentale, traccia conclusiva, affidata a “Constellation”, che avrebbe certamente avuto maggior efficacia se avesse presentato un cantato. Sono veramente felice di aver potuto ascoltare questo “Origin” degli svedesi Enshine; di band valide ce n’è bisogno ogni giorno e i nostri ci sanno davvero fare! (Francesco Scarci) 

(Rain Without End Records)
Voto: 75

http://enshine.bandcamp.com/album/origin