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domenica 18 marzo 2012

Mors Syphilitica - Feather and Fate

#PER CHI AMA: Gothic, Darkwave
Andiamo parecchio indietro nel tempo, 2001 e al terzo lavoro per gli americani Mors Syphilitica, terzo progetto di Lisa ed Eric Hammer, già conosciuti come Requiem in White e The Order of N.C.S. Dopo l’omonimo cd d'esordio ed il successivo “Primrose”, i coniugi Hammer ci propongono questo “Feather and Fate” che, in linea generale, non aggiunge nulla di nuovo a quanto già fatto in precedenza, ma che si presenta come un album carico di tutta la bellezza malinconica tipica dei Mors Syphilitica ed ha forse un tocco ancor più delicato e seducente. La materia sonora sulla quale Lisa poggia con grazia la sua finissima voce è un insieme di emozioni che a tratti sorreggono le parti vocali e a tratti reclamano, invece, uno spazio di primo piano, fondendosi con la voce e creando un tutt’uno morbido e armonioso. Durante l’ascolto di “Feather and Fate” arrivo quasi a percepire visivamente la musica ed essa appare ai miei occhi come una materia malleabile in continuo movimento… ma credo che la musica dei Mors Syphilitica in fondo sia proprio questo, cioè un insieme di note in costante mutamento che si muovono sinuosamente negli angoli più bui dell’anima dando vita a sensazioni intense, a volte così fragili da sembrare oniriche. In un album di questo tipo, nel quale le canzoni formano quasi un tutt'uno inscindibile tanto sono ben amalgamate fra loro, è difficile sostenere che ve ne sia qualcuna che emerge sulle altre, ma non posso mancare di affermare che “How Long?” e “Only a Whirlwind” mi hanno colpito, turbandomi profondamente, forse per la maggiore carica emotiva che esse sprigionano. In realtà tutte le canzoni sono intrise della bellezza sensuale e del fascino triste che Lisa ed Eric riescono a conferire loro ed è questo ciò che rende i loro lavori unici. (Laura Dentico)

(Projekt)
Voto: 80
 

sabato 9 luglio 2011

Black Tape for a Blue Girl - Halo Star

#PER CHI AMA: Ambient, Gothic
Un'attività più che ventennale e una discografia comprendente dieci album più un paio di singoli usciti in versione 10" lp e 3" cd (entrambi limitati), un libro accompagnato da un maxi cd e un doppio cd raccolta. Questi, in cifre, i Black Tape for a Blue Girl, creatura di Sam Rosenthal e Lisa Feuer, fondatori anche dell'etichetta Projekt, per la quale hanno pubblicato tutti i loro album. Mentre Sam e Lisa sono rimasti il cardine del progetto lungo tutti questi anni, nel tempo si sono succeduti diversi artisti che hanno partecipato alle registrazioni e hanno fatto parte del gruppo, contribuendo al successo in tutto il mondo di cui oggi godono i Black Tape for a Blue Girl. In questo lavoro Bret Helm ed Elysabeth Grant si alternano alla voce, mentre Michael Laird e Vicki Richards si occupano, rispettivamente, delle percussioni e del violino. Per quanti già conoscono i Black Tape for a Blue Girl, "Halo Star" risulterà molto familiare e musicalmente in linea con la produzione passata, idealmente unita da sonorità eteree molto caratteristiche, che costituiscono quanto di più riconoscibile vi sia nella proposta della band americana, specchio fedele dell'anima di Sam Rosenthal, il quale compone le musiche e scrive tutti i testi; per le liriche di quest'album, ad esempio, sono stati rielaborati alcuni passaggi tratti dal libro di Sam di prossima pubblicazione. Eppure è individuabile qualcosa di diverso rispetto ai lavori precedenti e lo si percepisce immediatamente: mi riferisco ad una maggiore organicità che annulla completamente quel senso di dispersione che talvolta si avvertiva durante l'ascolto delle ultime opere, conseguenza probabilmente di una tendenza a lasciar fluire liberamente il suono dagli strumenti, quasi si trattasse di improvvisazioni. Questo impediva in alcune occasioni alle canzoni di assumere una forma definita che le rendesse memorizzabili. In "Halo Star" si ha l'impressione completamente opposta: il lato "sperimentale" e la vena "estemporanea" sono stati infatti del tutto abbandonati e sostituiti da melodie vocali molto più scorrevoli, da strutture musicali più immediate e leggere, di facile assimilazione; sempre un po' minimali, ma senza perdere il gusto per la melodia e l'introspezione, in maniera più simile a come succedeva nei primi album. Siamo comunque di fronte ad un lavoro molto intimo, che sembra essere inteso per avvicinare l'ascoltatore agli angoli nascosti dell'anima di Sam Rosenthal, ma le riflessioni e le emozioni sono state convogliate in una manciata di brani genuinamente ispirati e sentiti, caratterizzati da una gradevole freschezza creativa. Una raccolta di canzoni che sviluppano in musica pensieri e sentimenti. In particolare trovo molto belli i brani cantati da Elysabeth Grant (come "Your Love is Sweeter than Wine", "Indefinable, Yet", "Damn Swan!" e "Already Forgotten"), estremamente dolci e melodici e dall'atmosfera malinconicamente sognante, che sembrano voler esortare l'ascoltatore alla meditazione, alla riscoperta dei ricordi personali dimenticati, ma sempre con un filo luminoso di speranza che la calda voce di Elysabeth è in grado di infondere. Anche i brani cantati da Bret Helm (quali "Tarnished", "The Gravediggers", "Knock Three Times", "The Fourth Footstep") sono degni di nota: alcuni ricamati su una vellutata tessitura strumentale percussiva che li rende a tratti quasi allegri, altri più ambientali e struggenti, colgono un altro modo di vivere le emozioni. Con i suoi racconti e le sue melodie "Halo Star" ci accompagna delicatamente verso l'autunno. (Laura Dentico)

(Project)
Voto: 80