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domenica 26 maggio 2013

Never Void (Nvrvd) - Coma

PER CHI AMA: Sludge, Hardcore, Metal, Converge, Gojira
I NVRVD (noti anche come "Never Void") sono un trio tedesco, ormai al terzo full-lenght album, che si muove nelle coordinate comprese tra l'hardcore metal, i suoni ruvidi e grezzi tipici dello sludge metal e qualche accenno di post. L'impressione al primo ascolto di "Coma" è di sporcizia, cattiveria, ruvidità: l'album è rumoroso, violento, a tratti persino brutale, con ogni strumento quasi costantemente on-your-face. Nei rari silenzi tra un segmento e l'altro dei brani non mancano fischi, feedback e urla, quasi a non voler lasciar respiro all'ascoltatore. Ogni strumento ha la sua specifica posizione e un ruolo ben definito: il basso è ben distinto, le chitarre hanno distorsioni profonde, la batteria è aperta quanto basta e la voce urla come se non ci fosse un domani – a testimonianza tra l'altro di una produzione ben fatta, seppur sporcata da suoni tipicamente sludge. L'album segue apparentemente due filoni contemporaneamente. Da una parte i brani come "Impartial Eyes" (giocata tra blast-beat e aperture), "We are" (con le strofe cantate da un folle predicatore e i ritornelli corali) o "No Heaven", canzoni dure e pure, dove hardcore metal, lo sludge e persino una punta di metal tecnico alla Gojira giungono a perfetta sublimazione; dall'altra parte non mancano esperimenti post-metal come nell'opening track "Oberohe" – tre minuti di cupezza strumentale che esplodono in un violentissimo segmento hardcore – o nell'evocativa "An Echo to Your Unbeliefs", giocata su chitarre distanti, lunghi delay ed atmosfere doom. "Coma" è stato registrato nell'area di Oberohe in Germania (da cui il titolo del brano), una delle meno popolate della nazione: il silenzio, la solitudine, l'oscurità dei boschi incontaminati hanno senz'altro condizionato i segmenti più post-metal del disco. Ma la parte più violenta, quella no: si percepisce chiaramente quanto sia radicata nelle ossa di NVRVD, quanto sia spontanea e immediata, quasi naturale. Ecco: la spontaneità – pur nella complessità di alcuni passaggi strumentali – è senz'altro la chiave di volta di questo disco, in grado di garantire quasi mezz'ora di brutalità hardcore, riffing vecchia scuola, sonorità sludge e una punta di sperimentazione post. (Stefano Torregrossa)

(Hummus Records, 2013)
Voto:70

https://www.facebook.com/NVRVD