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martedì 28 dicembre 2010

Nerve - Hate Parade


Si, si e ancora si, promossi a pieni voti! L’ho deciso non appena ho inserito il cd nel mio lettore e le devastanti ritmiche hanno invaso, attraverso le cuffie, il mio cervello penetrandomi e trapanandomi, con la propria furia demolente, la mia povera mente. Eccoli tornati i Nerve, con il loro secondo strabordante “Hate Parade”, la loro personale sfilata dell’odio, che si manifesta attraverso queste violentissime tracce, prodotte egregiamente ai Nadir Music Studios dal grande Tommy Talamanca (mostro sacro e creatura mitologica dei Sadist). Forse anche grazie alla genialità del buon Tommy, quello che ho fra le mani, risulta essere uno dei lavori più interessanti usciti negli ultimi tempi dal nostro paese, ma non solo: ne è una testimonianza “Mescaline” per quel suo break centrale in mezzo a tanta rabbia, tale da scomodare mostri sacri come Atheist o Cynic. La terza incendiaria “Shelter” pone in evidenza l’evoluzione sonora del combo genovese, che prese le distanze dal death groove un po’ superficiale degli esordi, si mostra mostruoso e virtuoso nel sapere miscelare passaggi veramente estremi ed enfatizzati da una super pomposa produzione, con passaggi più ragionati e di classe sopraffina. Urla disumane, vocals schizofreniche (Infernal Poetry docet), chitarre iper distorte e ribassate, cavalcate che annichiliscono il povero ascoltatore, cambi di tempo e rallentamenti da paura, assoli al vetriolo e una ritmica paralizzante, contraddistinguono “My Inferno” vera e propria perla, che rappresenta tutto ciò che dovrebbe avere una canzone estrema per definirsi tale. Incredibili, incredibili e ancora incredibili: non ho parole per descrivere l’assalto delle prime quattro strabilianti songs di questa inattesa release. Si prende un po’ di respiro con la non tiratissima “Black Fades” (si fa per dire) ma con “Fake Deaf” si riprende ancora una volta a far del male, palesando sempre una intelligenza musicale fuori dal comune che trova conferma anche nell’esplosiva title track. Tecnica ineccepibile, idee brillanti (altro break centrale da brividi), vocals che si alternano tra un growling feroce e rare aperture melo-clean. Compatti, dinamici, intraprendenti, sprezzanti del pericolo, strafottenti e a ragione, perché in tavola ci sono le carte giuste per fare il colpaccio dell’anno e aver sfornato uno dei più bei lavori di death ultra incazzato, ma comunque pur sempre ricco di groove e intuizioni geniali. Che sia o no il disco dell’anno a poco importa ora come ora, quel che è certo è che la band ha raggiunto una piena maturità e una consapevolezza nei propri enormi mezzi, che mi spinge a definire i Nerve come una sorta di Darkane italiani, anche se a differenza dei colleghi svedesi, i ragazzi di Genova fanno molto più male e probabilmente sono più geniali, forse anche per qualche riferimento ai maestri Sadist (era “Tribe”) piazzato qua e là. Che altro dire, ce ne fossero di band capaci di sparare proiettili in questo modo, sfoderando cosi tanta personalità e svuotando le mie membra di litri di adrenalina. Selvaggi! (Francesco Scarci)

(Nadir Music)
Voto: 80