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giovedì 16 febbraio 2017

Sudden Death - Unpure Burial

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Brutal Death, Obituary, Morbid Angel
Ricordate quali erano i gruppi che arrivavano da Tampa (Florida) oltre vent'anni fa? C’erano i Morbid Angel, i Deicide, i Monstrosity e tante altre valide band di death metal che fruttarono il nome di un genere solo per la loro posizione geografica, il “Floridian Death Metal”. Non era tutto oro ahimè quello che arrivava da quelle parti e in questo caso dobbiamo accontentarci dei Sudden Death, band dedita ad un sound vicino alle band succitate ma con potenzialità veramente ridotte rispetto ai mostri sacri. 'Unpure Burial', album ormai del 2004, raccoglie dieci song di un death canonico senza troppe velleità, senza troppi sussulti con qualche passaggio interessante, ma niente di più da segnalare. I ragazzi sono dei bravi strumentisti, su questo non si discute, ma di idee qui ce ne sono veramente poche: manca la cattiveria, la furia che contraddistingue un genere che ha fatto della violenza e della brutalità la propria bandiera. Il metal dei Sudden Death viaggia su mid-tempos, anche se ogni tanto i ragazzi si svegliano e pestano sull’acceleratore, senza però mai convincermi appieno; manca freschezza, energia e irruenza, tant'è che dopo tre brani mi ritrovo apatico e annoiato da un disco ha ben poco da dire. In “My Left Shoulder” influenze doom drone fanno capolino e così sembra che i nostri si siano calati un acido e suonino come i Black Sabbath; altrettanto accade in “Black Heart Soul” e nella conclusiva “Dethroned Disciple”, ultimo pezzo che mette la parola fine a quest’agonia. Proprio non riesco a digerirli, voi provate a dargli un ascolto, magari li potreste trovare anche interessanti. (Francesco Scarci)

(Locomotive Records - 2004)
Voto: 50

http://suddendeathpr.tripod.com/

sabato 12 marzo 2011

Grenouer - Lifelong Days


Ottima prova dei Grenouer, quartetto russo di Perm che con questo “Lifelong Days”, reissue di un album precedente uscito solo in Russia col titolo “Presence With War”, entra nel mercato europeo grazie alla Locomotive Records. Si tratta di un disco che abbraccia l’ascoltatore con un’atmosfera industrial per tutta la sua durata e che saprà soddisfare le esigenze di molti di quei metallari “duri ma non troppo”. Si inizia con la roboante “Indecent Loyalty” che introduce il disco senza troppi convenevoli per preparare lo spazio ai suoni incisivi e sincopati di “Addicted to You”: un piacevole e “diverso” momento, atto a drogare la mente di chi sa ascoltare. Stupenda “With no Concern” dove brevi e ben congegnate iterazioni, invitano la testa del metallaro al più sfrenato headbanging. La successiva “Away From Now” è solo preparatoria alla più congeniata e cattiva “Finding the One” dove la voce, a tratti growl, la distorsione delle chitarre, unitamente ad una buona prova del batterista, invitano al pogo più violento, trascinandoci in un’estasi mistica in cui tutto è concesso. La cattiveria si affievolisce solo debolmente in “Off the Back of Others” per poi essere ancora una volta riabbracciata in “The Unexpected”: una sapiente amalgama di chitarre, batteria e pause ben cadenzate tecnicizza “quanto basta” il pezzo senza scadere in eccessi. Con “Employed Beggar”, invece, il programma cambia: le chitarre diventano dissonanti, abbandonando il sound precedente. Ottima “Re-Active” di cui l’album offre anche il videoclip. A chiudere il disco la lenta, tranquilla e dalla voce questa volta pulita, “Patience” che ci riporta, purtroppo, alla cruda realtà, dalla quale le suadenti melodie di “Lifelong Days” hanno saputo solo momentaneamente strapparci. Coinvolgenti! (Rudi Remelli)

(Locomotive Records)
Voto: 80