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sabato 1 luglio 2023

The Upland Band - Living in Paradise

#PER CHI AMA: Psych/Indie
Chissà a quale territorio montano si riferisce Michael Beckett, unico membro di questa The Upland Band? A quanto pare il polistrumentista teutonico farebbe riferimento ad un piccolo villaggio in una zona collinare della Renania orientale, quell'area, per intenderci, posta tra Germania e Paesi Bassi. È qui che è ambientato questo 'Living in Paradise'. Nove brevi racconti a narrarci, attraverso un soft-psych-indie-pop, fatti storici, osservazioni oggettive e addirittura piccanti gossip del villaggio stesso, grazie anche ad un cast di personaggi assai particolari. Si parte con le prime due song del disco, "A Partial Overview of the Neighborhood" e "ohfivetwosixfive" (si, con la "o" minuscola), e un sound che sembra ammiccare ad un post punk contaminato dalla psichedelia, quella stessa che annebbia le nostre menti nella successiva "Metamphetamine and Clay" (che narra di una cartiera utilizzata nella produzione di massa delle metanfenamine, insomma un 'Breaking Bad' de noialtri), un pezzo decisamente più blando (e pop) nei ritmi e nelle chitarre, per quasi quattro minuti di atmosfere rilassate e con la voce di Michael, vicino a certe cose dei Yo La Tengo, a contribuire a questo stato di ovattamento mentale. Se avevo apprezzato decisamente le prime due tracce, non posso dire altrettanto di quest'ultima e della quarta "Walk or Run", un altro pezzo quasi anestetizzante e dotato di scarso mordente, almeno fino al break acustico celestiale, posto da metà brano in su, sembra valorizzare maggiormente il prodotto del buon Michael. "Ontario" parla del fantasma di un pilota di bombardieri canadese abbattuto, ma il pezzo è in realtà puro drone per due minuti e mezzo. "The Curly Kale Express" parla ironicamente di un treno dove potersi mangiare cavolo riccio, in un brano dai ritmi e contenuti decisamente ironici, cosi come la seguente "Swastika Ink". In chiusura, "Down and Out (in the 17th Century)" e "Rain, Sleet and Mud", la prima col suo riff ridondante sparato in loop per oltre cinque minuti, la seconda più sghemba ed ipnoticamente indirizzata a chiudere un disco apparentemente easy listening, in realtà complicato da digerire e comprendere. (Francesco Scarci)

(Cargo Records/Sonic Rendezvous/Differant/Irascible/Goodfellas - 2023)
Voto: 65

https://kapitaenplatte.bandcamp.com/album/living-in-paradise

domenica 18 giugno 2017

Sula Ventrebianco - Più Niente

#PER CHI AMA: Alternative/Indie Rock
Un rock ruvido e fuzzy (pensate al quasi-punk strafottente primi Marlene di "Wormhole", quasi al confine col groove, oppure della stessa "Arkham Asylum" più avanti. Oppure alle suggestioni deserto["Merak"]-sabbatiane["Batticarne"] o ancora al riffone piombo-zeppeliniano di "Dubhe") eppure gloriosamente eutettico, intenzionalmente pronto a liquefarsi nell'elettronica anni zerozero ("Diamante", la stessa "Merak", i Tool in gelatina di "Attraverso") o in certi ritornelli pop-oriented ("Sale in Sogno", i Tre allegri ragazzi strafatti di "Subutecs", o ancora certo brit-punk graham-coxoniano ("Metionina", la stessa "Subutecs"). L'attitudine progressive de "L'Ade a Te" potrebbe ricordarvi i Quintorigo di De Leo, o forse i Pain of Salvation più roadsaltizzati, ma abbinati a un, diciamo così, espressionismo vocale tutto partenopeo (avete in mente quel diavolo di donna che di nome fa Teresa de Sio?). Quarto album in otto anni. Una produzione intrigante e orgogliosamente analogica coordinata da Alberto Ferrari (Verdena), mirabilmente sintetizzata nella fischiettante "Yellowstone" in apertura e nella conclusiva, dissolvente, "Amore e Odio". (Alberto Calorosi)

(Ikebana Records/Goodfellas - 2017)
Voto: 75

http://www.sulaventrebianco.net/