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domenica 2 aprile 2017

Chaos Being - S/t

#PER CHI AMA: Stoner Rock/Grunge, ultimi Metallica, Cathedral
I Metallica con i primi tre album hanno fatto scuola a decine, forse centinaia di band, cresciute a pane e 'Master of Puppets'. Poi si sa, i quattro cavalieri di Frisco hanno imboccato una via diversa, più alternativa e contaminata da altre sonorità. Chi come il sottoscritto pensava che un album come 'St. Anger' non avrebbe mai rappresentato fonte di influenza per le generazioni a venire, dovrà ricredersi. Basti ascoltare infatti "Don't Understand", traccia numero due (dopo l'intro) del debut album dei milanesi Chaos Being, per capire come il quartetto meneghino abbia nelle proprie corde gli ultimi insegnamenti di James Hetfield e compagni. Parlo qui di un utilizzo di chitarre e soprattutto batteria che evocano inequivocabilmente uno degli album più controversi dei The Four Horsemen, anche se l'impostazione vocale ricorda quella del James di 'Kill'em All'. A chi pensa che la traccia sia una mera scopiazzatura degli illustri colleghi statunitensi, si ascolti il finale quasi western di questa coinvolgente song. Quando con curiosità mi avvio all'ascolto di "Sway", ecco che lo scenario cambia, si fa più mutevole, rimbalzando tra lo stoner dei Cathedral, una vena punk ed un hard rock di zeppeliana memoria, con la voce del buon Riccardo che emula sempre quello del frontman dei Metallica. Con "Oblivious" entriamo nei meandri di un suono più psichedelico che strizza l'occhiolino addirittura a sonorità grunge, anche se il suono non è proprio pulitissimo e c'è ancora da fare qualche aggiustamento. "J" colpisce per le sue chitarre in preda a una dose di LSD, ad un suono più compassato e ad un chorus assai catchy. Un riffing più thrash oriented apre "Listless" e qui riemergono le influenze dei Metallica nella loro versione di coverizzatori all'epoca di 'Garage Inc.', un po' rock, un po' thrashettoni, un po' punk. Cosi si muovono i nostri, ripercorrendo la strada aperta da Diamond Head, Blitzkrieg, Misfits e Black Sabbath. Siamo arrivati nel frattempo alla title track, una song strana che abbina la schiettezza di un suono dritto, a dei cori un po' difformi e ad una successiva fase assai ritmata che si chiude in un epilogo punk, chiaro no? Nel finale, la classica outro che chiude un album dai suoni controversi, sulla strada dei loro maestri... (Francesco Scarci)

(Self - 2016)
Voto: 65