Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Canaan. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Canaan. Mostra tutti i post

domenica 19 giugno 2011

Canaan - Contro.Luce

#PER CHI AMA: Cold Wave, Colloquio, Neronoia, Monumentum
E’ un ritorno inaspettato quello dei Canaan, band italiana per la quale il termine “culto” non risulta improprio, in quanto ha coltivato fin dagli esordi del proprio cammino (incominciato nel 1996) una serie di qualità artistiche tese alla ricerca dell’unicità, dell’eleganza e dell’eccellenza compositiva, sempre e tenacemente incurante dei modesti riscontri commerciali che sono tipici della musica di genere come l’ambient e la dark-wave. In passato, con album come “Brand New Babylon” e “A Calling to Weakness”, Mauro Berchi e i suoi fidati compagni di viaggio hanno dato luce a due perle di grigio fulgore, toccando quello che ad oggi può essere riconosciuto come l’apice della loro carriera e solo con l’uscita del penultimo episodio “The Unsaid Words”, risalente al 2006, la band ha probabilmente incontrato la prima flessione creativa, consegnando alle stampe un lavoro leggermente sotto tono che ricalcava in maniera meno ispirata gli stessi umori e le stesse sfumature del suo predecessore. Congelati in un serrato silenzio per quasi cinque anni dalla pubblicazione di “The Unsaid Words”, i Canaan tornano dunque con un album inatteso, che tale può essere definito anche per una nuova linfa espressiva, densa di elementi inediti che manifestano una band rinnovata, rinvigorita da uno slancio stilistico fino ad ora inesplorato. Permane la vena “cantautorale” e poetica che ormai da tempo accompagna le composizioni del gruppo, ma è il timbro e lo stile vocale di Mauro che si avverte come profondamente diverso, forse perché meno greve e sofferto di un tempo o più semplicemente per la conquista di una piena maturità interpretativa per la quale risulta d’obbligo spendere un elogio sincero. Rimangono invece immutati gli intermezzi strumentali che come d’abitudine spezzano i brani cantati e impreziosiscono “Contro.Luce” delle consuete suggestioni etniche ed ambient-industriali. Le nubi che affollano la mente di Mauro non sono ancora del tutto dissolte, mentre il dolore e il rimpianto continuano a riaffiorare dai ricordi del passato, tuttavia si avverte un nuovo modo di affrontare le avversità, con la dignità di chi sa soffrire in silenzio, non escludendo che tenui bagliori di speranza ci portino finalmente a respirare un alito di vita. Un sorriso di una persona cara o il volto ingenuo di un bambino possono allora ridestare emozioni di conforto e tenerezza, arginando anche solo per un istante le afflizioni. Nell’ascolto di “Contro.Luce” si percepisce questa lenta rinascita e la musica si muove all’unisono con le sensazioni trasmesse dalle parole, aprendosi a soluzioni che talvolta stupiscono per la loro sinuosità e “leggerezza”. A testimonianza di questa evoluzione vi sono canzoni come “Noia” e i suoi toccanti interludi di voci femminili mediorientali, gli energici e repentini cambi di ritmo in “Terrore” e i riverberi possenti delle chitarre in “Oblio”. Altri brani ripercorrono i plumbei canoni della produzione passata, ma sempre con quella rinnovata freschezza che dona un valore aggiunto all’intera opera e suscita nell’ascoltatore una commozione autentica. Grazie Mauro, grazie Canaan. (Roberto Alba)

(Eibon Records)
Voto: 75

domenica 5 giugno 2011

Canaan - A Calling to Weakness

#PER CHI AMA: Gothic Dark Ambient
Malinconia e poesia: dall'incontro e dalla fusione di due degli aspetti più nobili dell’animo umano sorge "A Calling to Weakness", composizione di rara intensità, che brilla come una perla incastonata in un cielo di nero disinganno. Tra le uscite della Eibon Records, quelle dei milanesi Canaan, sono sicuramente tra le più prestigiose, testimonianza che anche l'Italia può vantare artisti dalla vena creativa più che mai viva e in grado di creare uno stile personale, assolutamente unico e che, nel caso dei Canaan, è a mio parere decisamente italiano. Diciassette canzoni, 70 minuti di musica vissuta intensamente e pacatamente sofferta, ma mai banale… musica che reclama la nostra attenzione e che cattura il nostro animo, impreziosendolo e arricchendolo di intima delicatezza, commuovendoci e toccandoci nel profondo, fino alle lacrime! Fluidi arabeschi melodici che avanzano flessuosi, sostenuti da morbide parti di batteria e completati da impalpabili strutture di chitarra… e al tutto si unisce e lega indissolubilmente la voce di Mauro, che svela una maturità interpretativa che da "Brand New Babylon" attendeva di emergere e che in "A Calling to Weakness" è perfettamente integrata nel contesto melodico. E' una musica per certi versi eterea, le cui aggraziate trame si dischiudono come i petali di un fiore rivelando le mille sfumature del dolore interiore, della sofferenza che accompagna silente il quotidiano, rendendo opaca ogni visione della realtà, filtrata attraverso occhi che non hanno più lacrime. Ne scaturiscono una forte sensazione di alienazione dal mondo circostante e una ricerca estrema di introspezione, di meditazione sulla propria interiorità e sul valore della propria esistenza. Canaan penetra nelle nostre notti più buie, illuminandole di un tenue riverbero di mestizia, si insinua nei nostri pensieri più tristi, velandoli di rassegnazione e ci accompagna in questo viaggio interiore verso la solitudine eterna. Tuttavia, in taluni momenti si percepisce un'energia forse sprigionata da un improvviso desiderio di ribellione ad una situazione di oppressione e che si impone, sostituendo momentaneamente l’apatia generata da una vita senza aspettative, per poi lasciare nuovamente il passo al vuoto imposto dal grigiore di una pallida esistenza che non regala emozioni. Far menzione di qualche canzone potrebbe sminuire il valore dell'opera, che va catturata nella sua interezza, ascoltandola svelarsi alla nostra anima, mettendo a nudo le riflessioni e i tormenti che l’hanno originata. (Laura Dentico)

(Eibon Records)
Voto: 85