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giovedì 8 dicembre 2016

Blinding Sparks - Renaissance Insipide

#PER CHI AMA: Post Rock
Confesso: non ci ho capito niente. Non ho capito chi sono i Blinding Sparks e che cosa fanno, chi vorrebbero essere e cosa vorrebbero fare. Non ho capito il senso di quest'uscita. Non capisco se il connubio tra gli stili grafici dell’artwork, i font utilizzati e l’immagine dei musicisti sia volto a cercare un voluto effetto straniante o se sia solo frutto di un gusto al limite del kitsch. 'Renaissance Insipide' è quello che negli anni '90 si sarebbe chiamato un maxi-single, contenente 3 pezzi. “Renaissance” è un rock piuttosto classico nella struttura e discretamente epico nello svolgimento di un tema di pianoforte, archi e chitarra acustica che si fa via via più robusto fino a svelarsi in una seconda parte tutta chitarroni magniloquenti. Il cantato, in francese, potrebbe ricordare alla lontana il timbro di Bertrand Cantat, pur mantenendosi ben lontano dal suo carisma. Il secondo brano “Insipide” spariglia completamente le carte in tavola: robusto riffone hard e un cantato che si trasfigura passando da pulito a growl all’interno della stessa frase, lasciando per lo meno attoniti. A confondere ulteriormente le acque la terza traccia “La Complainte de Jack”, sorta di teatro canzone declamato con enfasi su una base di archi sintetici di cui non comprendo minimamente il senso (non aiutato dalla barriera linguistica). Come se non bastasse, la scaletta prevede anche le (prescindibilissime) versioni strumentali dei primi due pezzi (a uso karaoke?). Questa deluxe edition vede poi accoppiato al primo un secondo cd che non contribuisce affatto a diradare la nebbia che ho davanti agli occhi, e anzi la infittisce, se è vero che affianca ad un pugno di canzoni (di cui una, “Sandra”, peraltro migliore delle tre contenute nel cd ufficiale), una serie di bozze e spezzoni di brani, semplici idee o appunti che, in tutta sincerità, starebbero molto meglio nel cassetto in cui erano chiuse. Di certo i Blinding Sparks sanno suonare, ma alla fatidica domanda “Ma questi ci sono o ci fanno?” non ho risposte, anche se sarei più tentato dalla prima ipotesi. L’unica cosa che so è che per scrivere queste righe ho ascoltato questi dischetti molto più di quanto non fosse ragionevole pensare, per cui mi arrendo, sperando che la storia renda giustizia alle ambizioni del trio francese. (Mauro Catena)