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sabato 25 agosto 2012

H.O.P.E - Reason and Divine

#PER CHI AMA: Black Pop Symph., Muse, Dimmu Borgir
Quando ho inserito il cd ho avuto una specie di mancamento, in quanto la partenza di questo incredibile “Reason and Divine” non poteva non ricordare i Muse per le vocals e la musica rock melodica proposta; mi sono bastati pochi minuti però, per capire che quest’imprevedibile lavoro, contenesse anche celata furia black/death e maligne vocals, capaci di disorientare non poco l’ascoltatore. Gli H.O.P.E (acronimo che sta per Human or Pain Existence) rappresentano il side project di Nicolas Alkariis, un musicista francese che, stanco delle solite sonorità black/death, ha pensato di comporre la sua prima geniale release, avvalendosi per l’occasione di alcuni sessions. Come dicevo, l’apertura è affidata a “An Ordinary Morning”, un brano che sembra estrapolato dai primi lavori dei Muse, con quelle sue dolci vocals (affidate a Ruddy, molto simile a Bellamy, leader della band inglese) e quelle sue linee melodiche di chitarra e tastiera. Dopo un paio di minuti accade l’imprevedibile: fanno irruzione delle malvagie growling vocals e un tappeto chitarristico/tastieristico degno della miglior produzione black sinfonica. Inebrianti, originali, imprevedibili, gli H.O.P.E sono entratti immediatamente nella mia schiera di band di cui devo mantenere traccia costante. Si passa alla successiva “Le Chậteau Noir”, inizio vellutato, poi attacco violento affidato alle chitarre pesanti di Guillaume e ai campionamenti, che hanno un ruolo predominante nell’economia del disco; un fantastico assolo conclusivo conclude probabilmente il brano più bello del cd. La terza traccia richiama i monegaschi Godkiller, per quel suo portentoso uso dell’elettronica, quelle sue cavalcate cibernetiche, il massiccio uso di tastiere e, da brividi, è la parte centrale con l’alternarsi tra chorus femminili, l’angelica voce di Ruddy e il growling maligno di Athervos. Non c’è niente da fare, ascoltare quest’album sarà, anche per voi un’esperienza fuori dal comune, una sorta di Muse in versione cyber electro-death. Emozionanti... sarà dura per i deathsters più puri avvicinarsi a tale opera, ma per chi è aperto mentalmente, troverà delizia per le proprie orecchie; sarà invece, sicuramente più facile per i rockettari, dare un ascolto a questa meravigliosa idea partorita da Nicolas. Le coordinate stilistiche di “Reason and Divine” proseguono su questi binari, sfoggiando ottimi brani, dando prova di un’eccellente perizia tecnica, un bizzarro gusto per le melodie e per le atmosfere autunnali, malinconiche, goticheggianti e psichedeliche, una perfetta commistione di generi, che farà la gioia degli amanti dell’avantgarde. Accostabili a nomi del calibro di Manes, The Maldoror Kollective e Dodheimsgard, gli H.O.P.E ci fanno capire, attraverso la loro genialità, che la scena metal è viva più che mai e che in futuro ne sentiremo veramente delle belle; e io, non vedo l’ora... (Francesco Scarci)

(Blackage)
Voto: 85