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sabato 25 febbraio 2017

Acrosome - Narrator and Remains

#PER CHI AMA: Black Progressive, Arcturus, Mesarthim, Darkspace
Li avevo recensiti sul finire nel 2014 in occasione del loro come back discografico 'Non-pourable Lines', sottolineando una buona capacità nell'alternare tormenti post black con inframezzi al limite del lounge. Ritornano in sella i turchi Acrosome (ma dovrei dire il polistrumentista turco DA, trattandosi di una one man band) con un album nuovo di zecca, fuori sempre per la nostrana Dusktone Records, che ha da offrire sette tempestose tracce, che si muovono stilisticamente tra un coriaceo black metal (vi basti ascoltare l'intenso incipit di "First Step on to the World"), e rasserenanti (ma altrettanto inquieti) momenti d'atmosfera. Dicevamo dell'opening track, quasi nove minuti costituiti da irrefrenabili cavalcate black (almeno per i primi 240 secondi) su cui si stagliano i vocalizzi recitanti del frontman, che lasciano poi il posto a più meditativi e metafisici attimi d'atmosfera in grado di regalare spunti di elevatissimo interesse musicale. Diciamo subito che il fatto di non avere solo screaming vocals aiuta non poco per ottenere un risultato più che soddisfacente, cosi come pure la scelta di utilizzare una variante alle classiche forsennate ritmiche post black, rafforza la posizione degli Acrosome. Un fischiettare finale in stile colonna sonora western di Ennio Morricone, contribuisce poi ad esaltare l'eccellente risultato della prima traccia. Si sprofonda invece nelle tenebre con la seguente "Crossbreed Rising", song dal taglio più black doom oriented e pertanto più standard nel suo effetto finale. Con "Cognitive Contact" emergono forti epici richiami vocali agli Arcturus, il tutto però disposto su di un tappeto ritmico più efferato, anche se nel giro di poco meno di un minuto, la musica cambia, si fa più malinconica (grazie al tremolo picking), sofferente, anche se cederà almeno un altro paio di volte a violente scariche black. La registrazione avvolgente fa il resto e mi proietta verso sonorità cosmiche, che chiamano in causa Darkspace o qualcosa dei più recenti Mesarthim, cosa che si renderà ancor più evidente in "Accomodate". Nel frattempo si scorre attraverso la breve strumentale "Sight" e ad un secondo pezzo strumentale, "In the Wake of Foot Traces", tiratissima song di poco più di quattro minuti, fatta di vorticose accelerate in stile Dissection e spettrali strali ambient. Citavamo poc'anzi "Accomodate", un brano diverso dagli altri, vuoi per quell'ipnotico elettro-beat iniziale ma anche per un'andatura più controllata rispetto alle tracce precedenti, che la rendono semplicemente meno estrema e più rock e che potrebbe indicare una nuova direzione per DA e i suoi Acrosome. La traccia comunque non si lascia sfuggire l'occasione di abbandonarsi in un'altra travolgente sgroppata in territori black, ma ancora una volta, il tutto viene suonato con classe cristallina che ergono 'Narrator and Remains' ad elevati livelli di maturità artistica. Ben fatto DA! (Francesco Scarci)

(Dusktone Records - 2017)
Voto: 80

mercoledì 17 dicembre 2014

Acrosome - Non-pourable Lines

#PER CHI AMA: Black Ambient
Ci sono voluti tre lunghi anni per DA, factotum dei turchi Acrosome, per ritornare sulla scena dopo il non brillantissimo EP di debutto, "Dementia Paecox", fuori per la nostrana Dusktone Records. DA si è rimesso in sella per produrre un qualcosa che rappresentasse un miglioramento di quell'esordio e ne è uscito quindi 'Non-pourable Lines', un cd di sette tracce, tutte identificate esclusivamente da un numero romano, a parte l'ultima "VII - Today is Yesterday". L'album si muove nell'ambito del black dalle tinte depressive, tanto di voga in quest'ultimo periodo. Dopo l'intro, ecco "II", song che esplode in una violenza inattesa, con ruvide chitarre ronzanti frammiste a intermezzi ambient; la cosa strana è che di vocals non vi è traccia. Vado avanti nel mio ascolto con la terza "III", che oltre a inserirsi nel filone post-black, è da menzionare per una sinistra melodia di sottofondo, in quello che sembra il suono di una fisarmonica, che ci accompagnerà per il resto del disco, e per una serie di break quasi blues/lounge. Intrigante, sebbene a qualcuno possa apparire un po' ruffiano. I vocalizzi però risultano ancora non pervenuti. Dovremo infatti attendere "IV" per sentire le prime litaniche vocals dell'enigmatico DA, sopra un tappeto di chitarre serrate, una pioggia di melodici riff esaltanti in una miscela coinvolgente di malinconiche atmosfere. L'aria si fa più scura e pesante in "V", brano che gode di interessanti influenze etniche ma anche di ipnotici giri di tastiera. Io che considero la voce uno degli strumenti più importanti nell'economia di un brano, a questo punto non ne sento più la mancanza; la musica degli Acrosome mi ha letteralmente ammaliato e l'oniricità di "VI" mi fa sprofondare in un sonno rilassato. Giungiamo alla conclusiva "VII - Today is Yesterday" che suona, almeno nella sua prima metà, come una song gothic dark anni '80. Il sound si rivela etereo e pregno di malinconia, ma spinge per esplodere nella sua seconda parte, sancendo comunque l'eleganza di un lavoro decisamente inatteso e consigliato. E allora, scordiamoci il passato e diamo una grande chance all'originalità di 'Non-pourable Lines'. (Francesco Scarci)

(Dusktone Records - 2014)
Voto: 75