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domenica 26 maggio 2013

Acrimonious - Sunyata

#PER CHI AMA: Black Sperimentale, Watain, Agalloch, Belphegor
Gli Acrimonious sono una band greca fondata nel 2003 che ci fa pervenire questo bel lavoro di alta qualità tecnica e sonora. “Sunyata” è il nuovo album uscito nel 2012 per Agonia Records ed è il secondo full lenght dopo una seria di demo. La band svincola tutta la sua furia subito dopo l'intro iniziale fatto di quattro interminabili, gloriosi minuti di tappeti tastieristici neri come la pece che fin dall'inizio si fa notare per una certa somiglianza con il sound dei Watain, anche se i nostri rendono la musica più sofisticata e di ampio respiro. Una visione sonora che mira e punta molto in alto, che vanta un buon impatto esecutivo e che mostra similitudine con le idee di Agalloch ma ne aumenta la potenza, ricordando i Belphegor in una forma più armonica, con una voce molto potente e caratterizzante anche se non sempre originale, comunque di buona estensione. I brani sono di media molto lunghi e frastagliati con cambi d'atmosfera anche contrastanti tra loro, l'organo ecclesiastico che taglia in due “Lykaria Hecate” è straordinario come la metà del brano che segue. Indubbiamente il collettivo si muove molto bene nei brani più lenti o mid-tempo, d'atmosfera pesanti e gotici dove riesce ad essere originale e convincente al cento per cento. Là dove il sound vira lievemente verso sonorità cupe e post metal, il suono diventa pieno e tonante (il lavoro delle chitarre è straordinario), cosa che in alcuni momenti più violenti e tirati non riesce a pieno come se la veste di puri black metallers stesse molto stretta al gruppo. L'indole sperimentale prevale spesso, i continui ottimi cambi di velocità rendendo l'intero album un calderone di chiaro scuri e continue inaspettate varianti che tramortiscono l'ascoltatore e lo immergono totalmente in una calata agli inferi. Da notare come il coro mistico nel finale di “Adharma” crei uno stop tetro e visionario seguito da una bordata di malignità nascosta tra la limpida velocità e la bella interpretazione del cantato di “Glory Crowned Son of the Thousand Petalled Lotus”. Brani lunghi dicevamo, dalla composizione contorta e complicata, una notevole propensione alla sperimentazione, un velato e ricercato retro gusto “iron maideniano” nelle chitarre, un solido impianto di moderno black metal e un'attitudine al brano progressivo. Una band che convince con un'ora di musica così impegnativa non è da sottovalutare! Qualità, esecuzione e intelligenza al punto giusto, un disco per black metallers colti, molto colti... (Bob Stoner)