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martedì 18 settembre 2012

Morphing Into Primal - Principios de Autodestrucción

#PER CHI AMA: Swedish Death, Thrash, Speed Metal
Interessanti i riferimenti alla psicanalisi freudiana che ci conducono al titolo della release di quest’oggi, il cui idioma spagnolo ci potrebbe indurre a pensare a qualche band sudamericana, ma il cui genere (death melodico) e monicker, mi spingono invece inequivocabilmente verso i nostri cugini di Spagna. I Morphing Into Primal sono una band di Ciudad Real che, con questo "Principios de Autodestrucción” giungono al loro debutto, uscito poco più di un anno fa, che ci consegna un lavoro di arrembante death (di scuola svedese) e thrash metal (stile americano). Citavo nella prima riga il riferimento alla psicanalisi freudiana e proprio al principio di pulsione di vita e pulsione di morte, desunti dal pensiero di Empedocle, sul dissidio cosmico tra bene e male, amore e odio, potrebbe ispirarsi quest’opera. La furia distruttiva del death, quello melodico ed energico, quello che vede in Dark Tranquillity ed Arch Enemy, sembrerebbe rappresentare la maggiore fonte di ispirazione dei nostri guerrieri; tuttavia il quartetto iberico, nel corso della release, intraprende un proprio percorso che ci permette di esplorare altri territori, come lo speed metal di “It’s Time” (l’unica traccia cantata in inglese), un qualcosa che non sentivo da tempo immemore. I nostri spingono per tutto il disco come forsennati grazie ad una ritmica costantemente spinta a manetta, grazie ad un drumming martellante (opera di Chus) e a killer riffs, ben eseguiti dalle due asce Luis e Arturo, mentre il vocalist Jose (niente male) alterna un cantato in growl con qualche altra divagazione estemporanea, in territori più oscuri. “Mi Valkiria” è un’altra traccia che non concede tregua, un’epica cavalcata con un riffing di chitarra assai catchy ed una melodia che velocemente si incunea nella nostra scatola cranica fino ad imprimersi nelle nostre teste. Melodia, si tanta, violenza forse ancor di più, ma costantemente tenuta sotto controllo, linearità e semplicità dei brani, rappresentano i punti cardine di "Principios de Autodestrucción”, un album che pur non inventandosi nulla di nuovo, ha comunque il pregio di lasciarsi ascoltare e conquistare tutti gli amanti di sonorità swedish death, ma anche brutal, basti infatti ascoltare “Renuncio a la Fé” per capire di cosa stia parlando. Insomma, un album senza tanti fronzoli, ideale per l’uomo che non deve chiedere… mai. Incazzati. (Francesco Scarci)