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domenica 3 ottobre 2010

The Howling Void - Shadows Over the Cosmos

#PER CHI AMA: Funeral Doom, Shape of Despair
Non c'è niente da fare, non ce n'è per nessuno, dove c'è lo zampino di Solitude Productions o BadMoodMan Records, potete stare sicuri che oltre a trovare del death funeral doom, troverete anche musica di buona qualità. E gli americani The Howling Void confermano ancora una volta la lungimiranza, le scelte azzeccate e oculate di un'etichetta che lavora più di qualità che di quantità, ma soprattutto con estrema intelligenza. Esaurita questa breve celebrazione della label russa, veniamo anche al lavoro della one man band statunitense capitanata da Ryan (in uno dei suoi molteplici progetti), e ad un album che consta di 5 lunghissime tracce (come d'altro canto vuole il genere) di funeral doom, che sicuramente farà la gioia dei fan di Ea o Shape of Despair. Si inizia con la deprimente "The Primordial Gloom", song che racchiude tutta l'essenza del sound marchiato The Howling Void: lentissime e pesantissime melodie dilatate nel tempo e dilaniate dal growling infernale (assai raro a dire il vero) di Mr. R. Maestose, monumentali, sulfuree, oscure, ipnotiche: queste sono solo alcune delle parole che mi vengono alla mente gustandomi il lento incedere delle tracce contenute in "Shadows Over the Cosmos", tutte caratterizzate da un minimo comun denominatore, la presenza costante e inesorabile delle tastiere a costituire un tappeto ritmico ultraslow, sulle quali si integrano alla perfezione gli altri strumenti (con una certa predilezione per il pianoforte). Poco altro si può aggiungere ad una release di tale genere, che fa della monoliticità e della staticità il proprio punto di forza. Non mi sento quindi di suggerire questo lavoro a tutti, ma chi è amante di queste sonorità al limite del catacombale, o chi ormai ha il cappio al collo, o il masso ancorato alla fune pronto per buttarsi in acqua e dar fine alla propria sofferenza, beh "Shadows Over the Cosmos", potrebbe sicuramente essere la colonna sonora ideale del vostro ultimo addio... angoscianti! (Francesco Scarci)